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Polisportiva Juventina - Casalpusterlengo (LO) - 26841 - Via C.Battisti ,4
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La Storia

La Polisportiva ha sede presso l'oratorio Casa del Giovane di Casalpusterlengo (Lo) in via C. Battisti ,4 - CAP 26841

Le strutture sportive che utilizza sono il campo da Calcio dell'oratorio Casa del Giovane e la palestra delle scuole elementari di via Olimpo sempre in Casalpusterlengo .

La Polisportiva Juventina nasce nel 1984 grazie ad un gruppo di animatori dell'oratorio che ricevono l'incarico da Mons. Don Enrico Orsini di riorganizzare il settore sportivo oratoriano .

In questa pagina è possibile scaricare in formato PDF sia il documento storico che guida l'agire di tutti i suoi "allena-educatori" (di cui uno stralcio trovate sotto) sia gli statuti che nell'arco degli anni si sono modificati per potersi adeguare alle nuove normative legislative e fiscali .

Scarica Documenti e Statuto

La comunità .................. Sportiva

Nel costituire una società sportiva o meglio una poli società è facile orientarsi subito verso l'obiettivo di realizzare i migliori risultati nelle competizioni ,con una preoccupazione solamente agonistica . Per giungere a questo , però occorre selezionare i giocatori e quindi inevitabilmente emarginare i meno capaci .

Nell'attuale società dei consumi lo sport è finalizzato allo spettacolo e al profitto (esibirsi per guadagnare ) , il che uccide nei giovani la gioia e il gusto
dello sport distensivo .
I giovani che chiedono di entrare a far parte di un gruppo sportivo non ricercano solo il gioco o il divertimento ma desiderano l'amicizia dei coetanei ,
sentono il bisogno di essere partecipi in attività extra-familiari e parte attiva nelle imprese sportive .

Per non disattendere a tutto questo , la nostra società sportiva deve ...............

.... dunque lasciare libera espressione ai suoi atleti , anzi deve educarli a valori umani e , nel nostro caso , anche a valori cristiani : per questo il gruppo sportivo deve diventare strumento della Pastorale , in quanto essa è attività e impegno a crescere nei valori della fede . La nostra società sportiva decide di essere società organizzata per privilegiare la creazione del giovane maturo piuttosto che del giovane campione , tutto questo senza relegare l'attività sportiva all'ultimo posto .

Occorre cercare quell'equilibrio che permetta al ragazzo , attraverso lo sport inteso come gioco atletico , di maturare convinzioni e valori che lo aiutino ad essere protagonista anche in altri campi ( lavoro , scuola , ecc.) . Quindi stare dalla parte dell'uomo ( valore antropologico ) comporta evidentemente di stare anche dalla parte dei poveri . Ma fare la scelta dei poveri dice qualcosa di ancor più decisivo , se vogliamo coraggioso ed impegnativo .

Scegliere i poveri vuole dire scegliere i "più" e contemporaneamente i "meno" . I "più" perché i "poveri" sono la stragrande maggioranza , i "meno" perché sono quelli che danno minor lustro e minori soddisfazioni .

Chi sono i poveri dello sport ? Sono in anzitutto quelli che lo sport non lo fanno perché non hanno i mezzi , perché sono insufficienti le strutture e perché nessuno li cerca , perché non si ha interesse a farli entrare nel recinto dello sport . Sono poveri anche quelli che nel recinto già vi sono ma che sono messi da parte , o sul piano tecnico perché non hanno doti speciali per far vincere la squadra, o sul piano personale perché non si riconosce loro alcun diritto di parola e di partecipazione . Allora fare la scelta dei poveri insieme a quella dell'uomo vuole dire entrare nel vivo dei meccanismi che regolano il modo di organizzare lo sport per cambiarli per rovesciarli se occorre .

Tutto questo non deve essere preso come una posizione utopistica o velleitaria da parte della società sportiva ma è un prendere coscienza del lavoro che vi è da fare in un ambito nuovo , e pieno di valori e di entusiasmi . I meccanismi dell'organizzazione sportiva sono criteri che presiedono alla promozione iniziale della pratica sportiva , a partire da quell'azione che viene identificata con il termine di "reclutamento" , cioè scelta dei partecipanti , metodi della conduzione tecnica , scelta dei modelli tecnici e dei modi per trasmetterli e farli assimilare ; scegliere i criteri che regolano le espressioni agonistiche la preparazione alle gare o delle gare , il modo di gestirle , sono i sistemi organizzativi in base ai quali si scelgono le formule dell'attività e si caratterizza la scelta di fondo dell'uomo .

Certo non è sempre facile né semplice fare le scelte giuste .

Non è facile scegliere di lavorare con cinquanta ragazzi a livello tecnico agonistico mediocre , anziché con dieci che danno affidamento di risultati sicuri ; non è semplice adattare una conduzione tecnica semplificata che non lascia indietro nessuno , rischiando di sacrificare o anche perdere le possibilità di quelli più dotati .

Non è facile su un altro piano , rinunciare a campionati piramidali per moltiplicare tornei a minor livello tecnico e impegno agonistico , ma accessibile ad un maggiore numero di squadre praticanti , come non è semplice programmare stimolare e sostenere con adeguato impegno formule e manifestazioni sportive a carattere veramente ricreativo , che non godono di considerazioni del mondo sportivo e non procurano applausi . Eppure è qui , crediamo , che si gioca il nostro essere di Polisportiva che vive all'interno di una Parrocchia e di ispirazione cristiana :

nella capacità di vivere a contatto con quelli a cui gli altri non pensano o rifiutano

nella volontà effettiva e nello sforzo sincero di fare spazio alle categorie più emarginate , siano essi ragazzi , adolescenti giovani degli ambienti sociali più difficili perché trascurati

i diversamente abili che la società sembra condannare senza appello

le donne che giustamente diffidano e si trovano a disagio in un sistema sportivo pensato solo per gli uomini

Gli adulti e gli anziani che incapaci di procacciare risultati agonistici sono messi da parte dallo sport ufficiale ed hanno di fronte soltanto iniziative speculative per giunta alienanti e mistificatorie ( ingannevoli ) .

Su questo terreno le possibilità sono enormi ed estremamente concrete .

Non è questione né di teoria né di scelte utopistiche . E' un terreno alla portata di tutti , su cui dobbiamo veramente misurare la nostra volontà d'ispirarci al messaggio evangelico . Certo non illudiamoci che attraverso lo sport possiamo risolvere tutti i problemi sociali , ma se le società sportive in primo luogo , aiutate dagli enti sportivi di ispirazione cristiana in secondo luogo , organizzano lo sport collocandolo nell'ambito socio culturale ( come viene espressamente detto nella "Gaudium et Spes" dai nostri vescovi ) possiamo essere certi di innescare un processo di innovazione , di attivare dinamismi i cui effetti possano andare al di la di quanto possiamo pensare .

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